Wafa Musleh e l’importanza della rete di supporto per le madri al Caritas Baby Hospital

Wafa Musleh lavora da quasi 20 anni al Caritas Baby Hospital. Iniziando come assistente sociale, oggi è responsabile della residenza per madri, un ruolo che svolge con dedizione e passione. Madre di tre figlie, sa bene cosa significhi affrontare la malattia di un figlio e comprende profondamente le difficoltà delle donne che arrivano in ospedale.
Ogni mattina, nell’appartamento dedicato alle madri, si riuniscono le operatrici per un breve confronto. Se la notte ha visto poche ospedalizzazioni, l’incontro è rapido, altrimenti si affrontano eventuali situazioni delicate. Alle 8:30 in punto inizia la sessione di formazione su argomenti di interesse per le madri.
Le tematiche trattate nascono dalle esigenze espresse direttamente dalle donne ospitate. Così, esperti del Ministero della Sanità palestinese forniscono informazioni sul piano di vaccinazioni nazionale, sulla prevenzione del tumore al seno e sulle malattie ereditarie legate ai matrimoni tra consanguinei. Altri giorni, a condurre gli incontri sono studenti dell’Università di Betlemme, consulenti pedagogici o medici dell’ospedale, creando una rete di supporto ampia e qualificata.
Una porta sempre aperta
L’importanza di questo lavoro di rete emerge anche nei colloqui individuali. Spesso, dopo le sessioni mattutine, alcune donne sentono il bisogno di approfondire determinati aspetti in un ambiente più intimo.
“Le donne sanno che la mia porta è sempre aperta,” racconta Wafa Musleh. Le madri si rivolgono a lei per discutere problemi matrimoniali, esprimere preoccupazioni per i figli malati o condividere le sfide della vita quotidiana. A seconda della situazione, Wafa le indirizza ai servizi sociali del Caritas Baby Hospital, a istituzioni locali o a gruppi di auto-aiuto. Talvolta, però, basta semplicemente ascoltarle con empatia e attenzione.
Nonostante gli impegni amministrativi, come la pianificazione dei turni e la gestione delle statistiche, Wafa dedica particolare attenzione alle madri appena arrivate. Grazie a un sistema di accoglienza strutturato, simile a un check-in alberghiero, una delle otto operatrici le accompagna nell’appartamento solo dopo che il loro bambino è stato ricoverato e si è addormentato. Davanti a una tazza di tè, vengono illustrate le regole per la convivenza negli spazi condivisi. Inizialmente, queste donne appaiono spaesate, ma dopo pochi giorni si nota un cambiamento: tornano a fiorire.
Uno “spazio vitale” per le madri
Per molte di queste donne, la vita nei loro villaggi è caratterizzata da regole rigide e limitazioni sociali, soprattutto per le più giovani. La possibilità di risiedere in ospedale durante il ricovero del figlio offre loro un momento di respiro e crescita.
“Questa è una realtà unica in Cisgiordania. Nessun altro ospedale offre un supporto simile,” afferma con orgoglio Wafa Musleh. Oltre a ricevere informazioni di carattere sanitario, psicologico e sociale, le madri trovano uno spazio sicuro in cui confrontarsi, apprendere e rafforzarsi.
Un ambiente accogliente e formativo
Entrando nella residenza per le madri, si percepisce subito un’atmosfera familiare, lontana dall’ambiente freddo di un ospedale. Le stanze sono arredate in toni caldi, alle pareti sono appesi quadri, e l’intero spazio è pensato per far sentire le madri a proprio agio.
Le ospiti possono consumare tre pasti al giorno nella mensa, evitando così il peso della cucina durante un periodo già carico di stress. Le stanze, semplici ma confortevoli, possono accogliere fino a 50 donne contemporaneamente.
Questa residenza non è solo un rifugio, ma anche un luogo di apprendimento. Le madri ricevono formazione quotidiana su temi fondamentali come:
✔ Puericultura e allattamento
✔ Gestione della febbre e quando rivolgersi a un medico
✔ Depressione post-partum e benessere psicologico
✔ Educazione alla contraccezione
Gli incontri sono tenuti da medici, operatori sanitari ed esperti esterni, con l’obiettivo di fornire strumenti pratici che le madri potranno poi condividere con la loro comunità.
Un impegno possibile grazie al supporto di tutti
Coinvolgere le madri nelle cure dei loro bambini è stato un obiettivo del Caritas Baby Hospital fin dalla sua fondazione. Oggi, oltre 4.000 donne all’anno pernottano nella residenza, versando solo un contributo simbolico. Tuttavia, il mantenimento di questo spazio e dei servizi offerti è possibile solo grazie alle donazioni.
Ogni contributo aiuta a garantire alle madri un luogo sicuro in cui trovare accoglienza, supporto e formazione, per affrontare con più forza e consapevolezza le sfide della vita.
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