Vent’anni di Aiuto Bambini Betlemme: l’amore che resta e costruisce futuro

Vent’anni di Aiuto Bambini Betlemme, vent’anni di solidarietà per i bambini del Caritas Baby Hospital di Betlemme. Una storia d’amore, cura e speranza.
Ci sono giornate che restano nel cuore. Il convegno per i vent’anni di Aiuto Bambini Betlemme è stato una di quelle: intenso, commovente, attraversato da memoria, gratitudine e da una promessa che tiene uniti tutti noi — “Noi ci siamo.”
Una storia di piccoli gesti che hanno costruito qualcosa di grande
Sin dalle parole iniziali di Emilio Benato, presidente di Aiuto Bambini Betlemme, si è respirato il senso profondo di una storia fatta di dedizione e solidarietà:
“Ricordo bene i primi passi, quando non avevamo nemmeno una sede e si scrivevano a mano le lettere di ringraziamento. Tutto è cominciato così: con cura, attenzione e un cuore grande.”
Con emozione, Margrit Zemp, socia fondatrice e delegata della Kinderhilfe Bethlehem di Lucerna, ha riportato l’attenzione alle origini del legame tra la Svizzera, l’Italia e Betlemme:
“Io ho vent’anni in più, ma la ABB è rimasta più giovane di prima: piena di energia e dinamismo. È incredibile ciò che ha realizzato. Ricordo il professor Boscaini, Luigi Vassanelli, i primi viaggi, i pellegrinaggi carichi di aiuti. Quelle mani generose che portavano speranza ai bambini di Betlemme. Oggi, vedere quanto siete cresciuti, è una gioia immensa.”
Venti anni di cura, fiducia e volontariato
Nel suo intervento, Chiara Tommasini, vicepresidente di Aiuto Bambini Betlemme, ha ricordato che dietro ogni aiuto c’è una relazione costruita nel tempo:
“Non ci siamo limitati a mandare aiuti. Abbiamo costruito relazioni, dato continuità, accompagnato. Abbiamo fatto in modo che ogni bambino trovasse cure, ascolto, accoglienza.”
Dal 2005 ad oggi sono stati inviati oltre 9 milioni di euro a sostegno del Caritas Baby Hospital di Betlemme. Ma dietro i numeri ci sono le persone: 1.700 donatori, centinaia di volontari, famiglie e comunità che hanno scelto di esserci, sempre.
“Il volontariato è la parola che riassume tutto – ha detto Chiara – perché è il filo rosso che unisce Verona, l’Italia intera e Betlemme. È scuola di cittadinanza, è responsabilità, è ciò che ci rende comunità viva.”
Restare umani: il valore profondo del fare del bene
Chiara Tommasini ha ricordato che anche il fundraising e la solidarietà hanno una dimensione politica e sociale:
“Raccogliere fondi per portare aiuti è un’azione politica. Non di partiti, ma nel senso più alto: politica è cercare di cambiare le cose in meglio.”
In un tempo in cui tutto sembra fragile, ogni gesto di impegno diventa un modo per partecipare con speranza e responsabilità, per guardare oltre sé stessi e contribuire al bene comune.
Voci e testimonianze dal cuore della solidarietà
Tra i momenti più toccanti, la testimonianza di Annalisa De Maddalena (Il Seme della Speranza ODV), che ha raccontato la scelta di sostenere il Caritas Baby Hospital come “una risposta concreta al bisogno di fare del bene dove la vita è più fragile”.
A lei si sono uniti Renata Serafin (Amici di Giuliano ODV), Vittorio Bortoletti, socio fondatore di ABB, e Stefano Prampolini (Un ponte verso Betlemme), ognuno con parole di affetto e riconoscenza per un cammino condiviso.
Un momento speciale è stato il collegamento con Shireen Khamis, responsabile della comunicazione del Caritas Baby Hospital:
“Ogni giorno vediamo bambini che lottano per la vita. Senza giustizia non ci sarà pace, ma continuiamo a credere che la cura sia il primo passo verso la giustizia.”
“L’amore fa”: la testimonianza di suor Lucia Corradin
Le parole di suor Lucia Corradin, che per vent’anni ha servito al Caritas Baby Hospital, hanno toccato profondamente i presenti:
“Se la vita è bella, dov’è il bello nel morire? Ho imparato che anche nel dolore più grande si nasconde un seme di resurrezione. L’amore resta, anche quando fa male rimanere.”
Un invito a custodire la speranza
A chiudere la mattinata, mons. Gino Zampieri ha ricordato che:
“Camminare con i bambini di Betlemme è camminare con il Vangelo. Ogni gesto di cura è un atto di pace.”
Le emozioni si sono moltiplicate negli interventi, nelle testimonianze, nei volti. Come ha scritto una partecipante:
“Ho sentito parlare di bambini che soffrono e ho sentito alzarsi un grido di pace da una terra martoriata. L’amore sta soprattutto quando fa male rimanere. Accoglie quando verrebbe da respingere. Crea opportunità quando tutto intorno parla di distruzione. Questo fanno i volontari e gli angeli del Caritas Baby Hospital: costruiscono ponti mossi da un unico valore universale — rimanere umani. L’amore fa.”
Noi ci siamo: vent’anni di amore che cura
Forse, davvero, il senso più profondo di questi vent’anni sta tutto qui: nell’amore che resta, che cura, che costruisce futuro.
Perché Aiuto Bambini Betlemme è – e continuerà a essere – questo: una comunità che non si stanca di dire, con i gesti e con il cuore, noi ci siamo.