Christine: mamma e lavoratrice a Betlemme
Da Betlemme agli Stati Uniti e ritorno per fare «qualcosa di buono per la mia gente»: Christine Hazboun Saca dirige dall’ottobre 2016 le Finanze dell’Ospedale pediatrico Betlemme . Madre di tre maschietti, la signora riesce a gestire famiglia e lavoro con slancio avvalendosi del supporto dell’Ospedale pediatrico e dei suoi.
Rani abbraccia, radioso, la mamma. Prima di lasciarlo al nido, Christine Hazboun Saca deve andare con lui sulla terrazza dove ci sono i giochi. Il bambino, tre anni, ci va volentieri; per la sua mamma questa realtà è stata determinante nella scelta del lavoro. «Sono davvero felice che vi sia un nido interno; io e le altre donne che qui svolgono un’attività non avremmo potuto trovare di meglio», dice la responsabile Finanze dell’unico ospedale solo pediatrico della Palestina.
Lavoro e famiglia, una gestione impegnativa
Quando, nel 2016, Christine Hazboun Saca è arrivata in ospedale, era una giovane mamma di due maschietti di uno e tre anni. Passare di colpo a una settimana di 40 ore «è stata un’impresa non facile», dice Christine, oggi 44enne. Oltre al sostegno della famiglia e del marito Raed, l’offerta di accudimento dei figli è stata «particolarmente incoraggiante» per affrontare la nuova avventura.
Non ha mai rimpianto la decisione presa. «L’asilo nido mi fa sentire bene, i miei figli sono vicini anche se loro non mi vedono». Anche l’ambiente è ottimo per le mamme alle dipendenze della struttura. «Qualora insorgessero delle difficoltà, l’Ospedale – ne sono certa – darebbe prova di flessibilità».
Pari opportunità
Christine ha studiato Economia aziendale all’Università di Betlemme e alla Rutgers University negli USA, dove ha maturato le prime esperienze professionali in una società finanziaria. Possiede anche la cittadinanza americana. Tornare a Betlemme è stata una decisione voluta. «Se tutti vanno via, il mio paese resta vuoto». Nell’Ospedale pediatrico lei dà un contributo alla Palestina come del resto tutte le altre persone che ci lavorano e questo ha un riverbero positivo sulla società palestinese. Non da ultimo anche sulle donne: «Sosteniamo la loro carriera con orari flessibili e possibilità di aggiornamento».
Christine non ha incontrato resistenze. «Sia mia mamma che mia suocera hanno lavorato entrambe e sono a favore di questa modernità». Anche il marito è molto ricettivo in questo senso. «Va fiero della mia performance sostenendo i miei sogni e i miei obiettivi, anche se ciò significa meno tempo per stare insieme».
Cambiamento nella società
Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento in questa società di tipo tradizionalistico. «Quand’ero piccola, poche erano le mamme che lavoravano. All’inizio della mia carriera erano già più numerose. Oggi le troviamo ovunque». Oltre alle necessità di natura economica ci sono altri motivi validi: la società si sta aprendo al nuovo, fra l’altro con gli asili-nido, propone nuove offerte come i cibi pronti che rendono la vita più facile alle donne impegnate fuori casa.
«Molte cose mi danno la sensazione che la vita qui, malgrado la grave situazione politica, sia migliore», continua Christine, «come la coesione e l’importanza della famiglia. Uniamo gli aspetti positivi delle due realtà, quella tradizionale e quella moderna». I maschietti di Christine Hazboun Saca vanno fieri della loro mamma anche se «talvolta lavora troppo». Il complimento forse più gradito arriva però da una zia che abita negli Stati Uniti: spera infatti che la figlia faccia una carriera brillante come quella di Christine.
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