Grazie a voi e al vostro sostegno al Caritas Baby Hospital, Qusay è vivo!
Qusay è arrivato al Caritas Baby Hospital quasi in fin di vita e solo l’esperienza dei medici e la disponibilità di macchinari adeguati gli hanno salvato la vita.
Oggi Qusay sorride, ma qualche giorno fa era quasi in fin di vita e stava lottando per riuscire a respirare.
Qusay ha 13 anni e da quando ne aveva 5 soffre di una grave forma di asma cronica. Per questo è un paziente regolare del Caritas Baby Hospital. Sua madre è abituata ai suoi attacchi d’asma e con l’aiuto dei medici, ha imparato a gestirli molto bene, usando i farmaci appropriati. Sa che, se le cose peggiorassero, dovrebbe portare Qusay al Caritas, dove verrebbe tenuto sotto controllo nell’unità di Osservazione Breve fino alla fine della crisi e poi verrebbe rimandato a casa.
Tre sera fa, Qusay, come tutti i bambini curiosi, ha voluto sperimentare un profumo per rinfrescarsi. Purtroppo le conseguenze sono state imprevedibili: la reazione a questo profumo ha portato Qusay in fin di vita.
Sembra, infatti, che il profumo abbia irritato e bloccato i bronchioli di Qusay causando difficoltà respiratorie. Poiché la famiglia non ha un’auto e non può raggiungere facilmente il Caritas Baby Hospital, la madre di Qusay gli ha somministrato le solite medicine e gli ha fatto fare le inalazioni consigliate, sperando che la crisi respiratoria passasse.
Tuttavia, la situazione del ragazzo ha continuato a peggiorare e dopo mezzanotte Qusay quasi non riusciva più a respirare. La madre disperata chiede aiuto ad una vicina che gli accompagna al centro medico più vicino al campo profughi di Dheisheh dove vive la famiglia.
Qui i medici hanno provato ad aiutare il ragazzo, ma consci che Qusay aveva bisogno di un intervento avanzato e che loro non avevano i macchinari necessari, hanno contattato il Caritas per richiedere un trasferimento nell’ Unità di Terapia Intensiva.
Al suo arrivo, i livelli di ossigeno di Qusay erano molto bassi e la situazione talmente grave che i medici hanno preparato i genitori al peggio.
Per ridurre lo sforzo cardiaco e migliorare la saturazione è stata Qusay è stato sottoposto ad una ventilazione non invasiva. Questa procedura estenuante ha richiesto più di due ore poiché il corpo del bambino era molto rilassato e non reattivo a causa delle alte dosi di farmaci che gli erano già state somministrate. Quando ha mostrato un miglioramento della saturazione, il bambino è stato collegato al ventilatore meccanico.
Il rapido intervento e la disponibilità dei macchinari necessari hanno salvato la vita a Qusay come afferma il dottor George Juha (medico intensivista del Caritas): “il rapido intervento del team e la corretta implementazione dei protocolli di terapia intensiva hanno salvato la vita di Qusay. In caso contrario, sarebbe morto o almeno avrebbe sofferto di una grave disabilità a causa dell’insufficienza di ossigeno nel sangue “.
Oggi Qusay sta molto meglio, sembra non aver riportato alcun danno dopo la forte crisi e si sta preparando per tornare dalla sua famiglia e a scuola.