Parole d’amore e di verità dalla Terra Santa | Nuove testimonianze dei visitatori
Come di buon uso, condividiamo alcune delle bellissime, toccanti, emozionanti testimonianze che arrivano da pellegrini e viaggiatori in visita ai bambini e alle mamme presso il Caritas Baby Hospital di Betlemme.
Riassumere in poche righe le emozioni provate durante la mia visita al Caritas Baby Hospital non è semplice; cito una riflessione di un mio docente che trovo perfettamente calzante con i miei sentimenti, sulle parole del poeta e teologo siriaco Giacomo di Sarug: Per quanti gesti di amore si possano compiere, mai si potrà dire di avere raggiunto la pienezza e la totalità dell’amore. Chi più ama, più desidera amare.
Ecco, questo è il sentimento di ricerca e di spinta vitale che ho provato immediatamente dopo aver visitato il Caritas Baby Hospital; l’imminente voglia di tornate per contribuire a quel bene che io stessa ho visto.
– Gessica – partecipante al Middle East Community program 2018, Università Cattolica Piacenza
Ho visitato il Caritas Baby Hospital di Betlemme lo scorso settembre ed il ricordo di quell’incontro è sempre presente nel mio cuore. Le parole di Suor Lucia, gli occhi delle mamme ed i sorrisi dei bambini sono arrivati nel profondo.
La visita ha aperto una finestra su una realtà che non conoscevo assolutamente, come molti qui da noi. Racconto l’emozione provata a tutte le persone che incontro invitandole a prendere coscienza di questa realtà.
Spero di tornare presto.
– Cinzia –
Al Caritas Baby Hospital di Betlemme si respira amore, cura, interesse per l’Altro.
I colori ti avvolgono, i visi dei piccoli ospiti vi si stagliano come tracce mobili di bellezza, nel dolore.
La nostra visita è stata un’esperienza unica, indimenticabile.
Grazie a voi innanzitutto per l’accoglienza. In mezzo agli impegni della vostra attività avete trovato uno spazio anche per noi. Che dire se non che la nostra piccola visita e la nostra vicinanza sono poca cosa di fronte al lavoro che svolgete voi per alleviare tanta sofferenza.
Due sentimenti sono nati in me da questo incontro: la gratitudine per la presenza di persone generose come voi che cercano in ogni modo di difendere e accompagnare tante famiglie che vivono il difficile passaggio della malattia dei propri figli.
La desolazione nel constatare quante difficoltà ancora dovete affrontare nei “rapporti istituzionali” per svolgere un’opera che a tutto il mondo nel terzo millennio dovrebbe apparire naturale ossia la difesa dei piccoli e dei sofferenti senza distinzione alcuna.
Grazie ancora dell’accoglienza!
– Alberto –
Non è mai semplice testimoniare con le parole ciò che si vive quando s’incontra la Grazia.
Venendo da voi si attraversano una serie di scorze dure.
Si comincia con quella di un muro che blinda i cuori e separa i corpi… si prosegue con quella di dolori e sofferenze “speciali” perché sopportate da cuccioli… poi si approda a un cuore, caldo e tenero.
La semplicità di gesti, necessari che non chiedono a chi si appartiene, quale credo si professa…compie quello che si deve perché, finché si può e così testimonia la Verità, evangelizza silenziosamente.
– Anna –
La visita fatta ad agosto al Caritas Baby Hospital mi ha commossa. La suora che ci ha accolti è riuscita a farci cogliere il cuore che anima questo ospedale, che si presenta accogliente e trasmette calore e attenzione per i piccoli e i loro familiari.
Bella l’idea della galleria che permette di vedere i bambini senza affollare le stanze. Mi ha molto colpito la gentilezza delle mamme dei bimbi ricoverati. Grazie a voi per quello che fate.
– Angela –
La visita al Caritas Baby Hospital con il gruppo di don Maurizio Marcheselli ad agosto è stata un momento molto emozionante del viaggio.
Mi hanno colpito l’estrema cura progettuale del luogo, la sensibilità di avere pensato a spazi che consentano contemporaneamente sia il necessario isolamento dei bambini ricoverati e delle madri, sia la loro visibilità ai parenti e amici in visita, e la bellezza, i colori, la cura estrema di ogni particolare.
Le madri palestinesi e i piccoli che ci salutavano sorridenti aldilà dei vetri testimoniavano, ai miei occhi, la gioia di essere “al sicuro” e di avere visite, di essere curati e di essere “visti”, in un senso ampio e profondo.
Anche le nude cifre e i principi sui quali si basano la vita e l’attività di questo ospedale allargano il cuore: cura di circa 50.000 bambini palestinesi all’anno, che non avrebbero alternative, “indipendentemente da religione ed estrazione sociale”, totalmente gratuite per gli indigenti, personale composto da giovani uomini e donne palestinesi (queste ultime sono oltre la metà del personale, con rappresentanza paritaria anche ai livelli direttivi!).
Per me “Terra Santa” è questo ospedale, il cristianesimo incarnato è questo ospedale, più ancora dei tanti luoghi storicamente santi che questa terra martoriata ospita.
Per quanto mi sarà possibile cercherò di diffondere informazioni su questa realtà, anche nella speranza di accrescere la base dei vostri sostenitori.
Vi auguro buon lavoro. Con stima e affetto.
– Claudia –